Il banchetto alla corte di Federico II di Hohenstaufen rappresentava un vero e proprio evento culturale e sociale, in cui il cibo era simbolo di ricchezza e potenza.
Federico II, nato nel 1194 da Costanza d’Altavilla e dall’imperatore Enrico VI di Hohenstaufen, fu educato nella splendida Palermo arabo normanna. Qui, influenzato da precettori siciliani, romani e tedeschi, sviluppò un interesse particolare per le nuove conoscenze e le esperienze, inclusi gli aspetti alimentari e gastronomici.
Alla sua corte, il banchetto divenne un’occasione per fondere diverse tradizioni culinarie: la latina, la germanica, la siculo-musulmana e l’ebraica.
Questo melting pot gastronomico si rifletteva nei piatti serviti, che combinavano elementi della cucina greco-romana con quelli della tradizione germanica. La Sicilia federiciana era caratterizzata da una grande varietà di colture introdotte dai musulmani, come riso, cetrioli, melanzane, zucchine, cavolfiori, spinaci, asparagi, porri, rape, fagioli e agrumi, oltre ai tradizionali grano, ulivo e vite
Il menu dei banchetti di corte comprendeva antipasti come arancini, creati per Federico II per le sue lunghe battute di caccia, e impanate di verdure, eredi dei pasticci e delle torte salate. Altri piatti includevano zucca rossa e coniglio in agrodolce, lasagne e arrosti. Tra i dolci, spiccavano le crispelle di riso e il gelo di mandorle, a testimonianza dell’importanza delle mandorle nella cucina di Federico.
La cucina di corte sotto Federico II era caratterizzata da un mix di sapori e aromi, con un uso significativo di erbe aromatiche come basilico, salvia, prezzemolo, timo e menta, che sostituirono gradualmente le spezie. La frutta, abbondante sull’isola, diventò un alimento base. Federico II apprezzava particolarmente le violette candite, considerate ricche di poteri terapeutici.
Ecco un Menù secondo le fonti storiche
Fonte: Annamaria Grasso